George Michael PDF Stampa E-mail

“Incredibile, avevo di fronte a me George Michael”, dirà il suo compagno di galera. “Quando le porte della cella si sono chiuse lui è rimasto a bocca aperta. Era a pezzi. Ripeteva come un ossesso che non poteva credere che stesse succedendo proprio a lui. Si è preso la testa tra le mani. Piangeva disperatamente. Singhiozzava. Sembrava un bambino”. Il compagno– ben più navigato di lui – era stupefatto. Che sarà mai un mese di galera? Siamo nel tardo pomeriggio del 14 settembre 2010 quando il cantante varca i cancelli di ingresso della prigione di Pentonville. La mattina di quel 14 settembre, a giudicarlo era stato il giudice John Perkins della corte londinese di Highbury. Il tutto si era svolto davanti a un gran numero di fotografi e di ammiratori. Lui aveva ammesso le proprie colpe. Un paio di mesi prima era andato a finire dritto dritto con la sua Range Rover dentro un negozio fotografico nella zona di Hampstead, a Londra. Non era accaduto a causa di una semplice manovra sbagliata, ma in quanto guidava sotto l’effetto di marijuana. A Jailhouse Rock il presidente della Commissione Diritti Umani del Senato.

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