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All’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, Kurt Cobain si reca insieme al suo amico Nathan Roberts, batterista dei Flaming Lips, nella prigione di Jackson, nello Stato del Michigan, a trovare GG Allin, di cui era un ammiratore. Non è la sola occasione nella quale entra in contatto con la giustizia. Anche lui sarà personalmente arrestato un paio di volte, di cui una per aver scritto su un monumento. Sulle macchine della città amava invece scrivere “God is gay”. Da qui siamo partiti nella nostra chiacchierata con Carlo Tecce, giornalista del Fatto Quotidiano esperto di Vaticano, per farci raccontare cosa sta attualmente succedendo da quelle parti.

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