Rap dalle carceri PDF Stampa E-mail

La musica nella storia è stata anche protesta. Generazioni di musicisti si sono opposti ai potenti di turno. Oggi in Italia c’è una categoria di artisti che più di tutte litiga pubblicamente con il potere. Una categoria di musicisti che dice di no. Dice di no alle politiche razziste del governo. Dice di no alla monocultura che si vorrebbe imporre. Dice di no a chi in Italia, oggi, rappresenta tutto questo. È la musica rap. Anche in carcere di rap ne abbiamo sempre trovato tanto. Quando giriamo per le carceri italiane ascoltiamo ragazzi che cantano le loro canzoni, sappiamo di concerti che vengono organizzati, ci raccontano di una musica nella quale tirar fuori tutto ciò che in galera resta dentro. Anche questa è una musica di protesta. Di protesta contro molte cose. Alcune pubbliche, altre private e personali. Di protesta forse contro la stessa vita che ci si ritrova a vivere. Ne abbiamo parlato a Jailhouse Rock con la rapper romana Huntress D, volontaria nel carcere di Rebibbia, e con Charlie B, che in quel carcere ha scritto canzoni e organizzato concerti rap.

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