Ray Charles PDF Stampa E-mail

Il 15 marzo 1961 al Bell Auditorium della città di Augusta era programmato un suo concerto. Questo concerto tuttavia non si tenne mai. Pare che la notizia gli arrivò da un messaggio fattogli pervenire da alcuni studenti del Paine College, che si trova a pochi isolati dall’Auditorium. Venne a sapere che il suo concerto sarebbe stato segregato: da una parte i bianchi, nella comoda platea immediatamente di fronte al palco, e da un’altra i neri, sugli spalti. Disse all’organizzatore dell’evento che ciò non aveva senso e che l’unica segregazione che poteva averne era quella inversa: il popolo nero più vicino a lui e i bianchi più lontani. L’organizzatore non voleva saperne e insisteva che il concerto fosse segregato. “Fammi causa, io non suono”, gli disse. E non suonò. Il promoter gli fece causa e Ray Charles la perse. Dovette pagare una salatissima multa e fu bandito dal suo Stato natale, la Georgia. Ci sono voluti ben diciotto anni. Il 7 marzo del 1979 lo Stato della Georgia gli ha chiesto scusa. Lo ha invitato all’Assemblea Generale, in una cerimonia a ricordo delle battaglie per i diritti civili. Ray Charles si è seduto al pianoforte e ha cantato la sua famosissima versione di Georgia on my mind, il brano che pochi giorni dopo, il 24 di aprile di quell’anno, per volere unanime dell’Assemblea, è diventato l’inno ufficiale della Georgia.

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