Quei laboratori random Stampa

di Rocco Lattarulo

Aue! Me’, mo’ vi dico di alcune iniziative organizzate in questo carcere innovativo e sperimentale di Spuntrone di Puglia. Siccome, ormai lo sapete, le cose qua vanno come in un villaggio turistico, il programma per il tempo libero prevede un sacco di laboratori, che ci passi il tempo e – pare –impari cose utili per poi trovare lavoro. I laboratori so’ assai. Li organizzano quelli delle cooperative sociali. Abbiamo cominciato con il laboratorio di manipolazione. Mooo’, il primo giorno, un successone. Si erano iscritti un casino di noi. Poi però cominciammo a vedere il cuoio, la cartapesta, la creta…: mado’, che delusione. Non ci serviva: cioè, noi eravamo là per imparare a manipolare meglio – chessò - le guardie, le persone che stanno fuori… cioè una specie di aggiornamento professionale, credevamo.

 

Altre che le colle e i colori… Alla fine so’ rimasti proprio in pochi. Tra l’altro doveva finire con una mostra dei lavori; peccato che i pezzi migliori, alla fine, non c’erano più: mi sa che le guardie, in contemporanea, avevano finito un laboratorio di Sim-Sala-Bim, diciamo…Comunque ci sono anche altri laboratori. Uno dei più pieni è quello d’informatica. Ventidue detenuti, un computer. Che c’ha pure i virus. Comunque abbiamo già imparato un po’ di cose. A scrivere (però tutte parole senza la l e la r, che la tastiera è mezza rotta: l’ho capito appena ho scritto la prima parola, il titolo: ABOATOIO); poi a creare le email (che però internet non si può avere e quindi non partono), a fare finta di navigare in internet (perché appunto non c’è). E impariamo tutta una serie di parole nuove: i bit, i files… però quella che bisogna capire di più, qua, è la parola random. Che vuol dire: a caso. Per dire: quelli della cooperativa sono i primi, a volte, che non riescono a entrare per cominciare il laboratorio. Essì, perché qua la burocrazia è creativa, cambia a seconda di chi è di turno. Una volta serve un nuovo permesso aggiuntivo, un’altra volta cambia il turno delle guardie e nessuno ha fatto preparare i locali; un’altra quelli della cooperativa arrivano e scoprono che la stanza non è disponibile che serviva a n’altra cosa... ‘Na volta dovevano farsi affiancare da un esperto esterno, dice che avevano preparato tutte le richieste eccetera, ma arrivati qui con l’esperto, scoprirono che questo non era nella lista di chi può entrare. E siccome il responsabile degli uffici era malato, nessuno poteva fare niente. Oh, l’esperto se ne dovette tornare a casa, e il laboratorio che va dalle 11 alle 12, iniziò alle 11.50. Dopo 10 minuti: stop, tutti in cella. ‘Nzomma, tutto un po’ random: a caso (di cane). Poi ci sono i laboratori che servono per imparare un mestiere, tipo la falegnameria. A quello, pensa, si era iscritto anche Marlon Branda, della cella mia, che depressione e tutto aveva deciso addirittura di alzarsi dalla branda ogni martedì, perché aveva un obiettivo chiaro: voleva costruire una cuccia per la sua magnotta domestica che c’abbiamo in cella, Chicca. Voleva fare le cose in grande: ‘na specie di villa. Solo che mo’ si è bloccato giusto al tinello: manco un mese, e al laboratorio qualcuno aveva fatto sparite le seghe, quelle piccole. E così il laboratorio è stato sospeso. Per colpa di qualche mezza sega…  Ah un’altra cosa: poi c’è stato il laboratorio professionale di liuteria: bello, per insegnare a riparare violini, chitarre…. Ci siamo iscritti anche là; solo che poi si sono accorti che in tutto il carcere – stranissimo, eh? - non c’erano né violini né chitarre. Da fuori non potevano manco portarli perché dice che le corde so’ pericolose... ‘Nzomma, per fortuna che una signora degli uffici ha avuto pena e ha portato da casa un vecchio Cicciobello Rock che usava la figlia; stava Cicciobello con la chitarrina. Allora gli abbiamo preso la chitarra, a Cicciobello e l’abbiamo spaccata sul pavimento, tipo i Clash, Jimi Hendrix. A quel punto Cicciobello ha sparato un pianto che non ti dico. Ma almeno così abbiamo potuto cominciare ‘sto cazzo di laboratorio. Però con le cuffie, l’abbiamo dovuto fare. Che Cicciobello ancora a piangere sta… No ma quando usciamo sicuramente lo mettiamo a frutto ‘sto lavoro: apriamo una bella cooperativa di Aggiustatori di Chitarrine di Cicciobello Rock… sai la fila fuori al negozio!? Mah… dice che fra poco dovrebbe partire un classico: il laboratorio teatrale. Certo che se è roba di teatro, sicuramente finirà a tragedia... Però poi se parte vi farò sapere. Mo’ fatemi andare, che devo fare i compiti del laboratorio di fotografia su carta: cioè, era nato di fotografia soltanto; siamo partiti che dovevano arrivare le macchine fotografiche, ma hanno bloccato i fondi e le stiamo ancora aspettando; e così gli oggetti, i ritratti, per mo’ ce li disegniamo sulla carta igienica…  E oggi devo fare il ritratto a Chicca: “Chicca, stai ferma, guarda qua….ridi…. ridi… ti spezzo le zampe Chi’…!” Me’ cià …. Chicca… cià cià … ferma ciongàta…. cià cià cià….

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