“… evie-niinu-nace-llaaaa-lfreeeddoealgeeeelo…”. Stampa

di Rocco Lattarulo

(Stumpf-statatatà-stuff-stuff)… Ouh, auè! Ecchevelodicoafare: tempo di Natale, e il carcere dal volto umano che t’organizza? Il presepe vivente! Mooo, bellissimo: tutti insieme a partecipare: noi, le guardie e il personale degli uffici. In segno di pace. ‘Na cosa in economia.

Quelli del laboratorio di sartoria hanno fatto i costumi (vabbè, scampoli di tessuti a gogò), quelli della falegnameria, le scenografie (a base di cassette di frutta, paglia e muschio, che è bastato grattare chili e chili di muffa dai muri), e poi il clou: tutti a provare ‘na specie di processione fino all’auditorium, dove il 25 ci sarà la serata, con i volontari, l’assessore, il prete, le facce che spuntano solo in queste occasioni e non sai chi sono, le musiche di Natale e compagnia bella. ‘Nzomma, ‘na specie di un kolossal. E non ti dico per assegnarci i personaggi…Vabbe’, i casini ci so’ stati. Sempre in segno di pace, sia chiaro. Le guardie si so’ subito messe a parte civile: ‘na botta di fantasia, e faranno i centurioni romani. Giusto per mettere in chiaro il loro segno di pace. Poi c’è stato il problema dei musulmani, che ovviamente non volevano partecipare. Ma Don Ciccillo - il prete, che ve l’ho già detto che ci tiene e si mette a zecca – ha cominciato che li voleva abbindolare con almeno un ruolo importante: quello di Baldassarre, uno dei re magi, quello scuro. Ma quelli: e chi se ne frega.  Allora, il piano B: “uaglio’ - gli ha detto - se vi mettete ‘sti cazzi di costumi: Peroni per tutti”. E là, la svolta: sorteggio istantaneo per Baldassarre. E chi è uscito? Pinuccio nostro, il marocchino che c’abbiamo in cella. Così adesso i re magi qua portano oro (finto), incenso (finto) e: birra (vera. Peroncini). “E tutti gli altri - ha detto il prete – faranno… i cosi, i saraceni”. Mo’: che c’entrano i saraceni, non lo so. Ma nessuno ha detto niente, che quello è della materia. Ma alla fine sta comunque venendo una cosa democratica, dove è rappresentata pure la concorrenza. Quanto agli altri della mia cella… Be’, Marlon Branda, quello depresso che sta sempre buttato sulla branda, farà un mendicante; si chiatra in un angolo e se ne sta là buttato tutta la sera: ed è perfetto (tanto, è normale che un mendicante sta depresso, no?). Biancaneve il cocainomane farà invece il mugnaio: ha detto che però la farina - diciamo - se la porta lui. Chicca, la magnotta, farà la magnotta. E io, con un altro, il bue e l’asinello. Pensa che per riscaldare il bambinello abbiamo recuperato due ventilatorini cinesi. Qua rispetto al gelo che sta normalmente, se accendi i ventilatori comunque stai meglio. E poi i big, la Madonna e San Giuseppe… Be’, in realtà la Madonna è stata la chiave di volta di tutto l’ambaradan. Infatti all’inizio quasi nessuno voleva fare ‘sto kolossal. La frase che più sentivi era: “E che è, la caricatura!?”. Poi si è saputo che avrebbero partecipato anche le femmine, le detenute. Una avrebbe fatto la Madonna – che poi è stata scelta ‘na bionda di Bucarest, presa a una retata sulla statale – e le altre, le pastorelle. E allora non ti dico: qua è scoppiato il boom della pastorizia. Tutti volontari, ad arruolarsi. Già nelle prove, tutti i pastori dietro-dietro alle pastorelle. E sono volati i primi cazziatoni dei centurioni. Con i pastori a rispondere: “Ebbe? Sono prove queste? E noi, infatti: ci proviamo…”. Sempre in segno di pace, naturalmente. San Giuseppe invece è uno che qua deve stare attento, e gira sempre scortato: che anche al presepe lo affianca sempre un suo spallaccio, che fa l’angelo custode (hanno dovuto prendere il ticket, proprio: San Giuseppe e l’Angelo). Quanto a Gesù, vi ricordate il Cicciobello Rock del laboratorio di musica? Quello. La grotta sta nell’auditorium. Chissà perché, ma è venuta a forma di cubo (e infatti a un certo punto noi cantiamo: “… evie-niinu-nace-llaaaa-lfreeeddoealgeeeelo…”). Sta alla fine del percorso, che è bello, movimentato, e ogni cosa ha un suo senso: per esempio c’è la bottega del fabbro (Mimmo, specializzato in duplicati di chiavi d’appartamento), quella del panettiere (che è un geometra, ‘na persona distinta - che curava gli appalti per una ditta di costruzioni: uno abituato a distribuire le pagnotte), ‘nzomma, cose così. C’è pure un’altra bottega caruccia, che però c’ha attaccato un cartello fisso: “Torno subito”. E per forza, è gestita dal signor Laricchia, quello degli uffici: quello famoso per imboscarsi al lavoro. Be’ poi magari vi racconterò come è andata, il cenone che stiamo organizzando, i regali e tutto… Dimenticavo: e poi stiamo provando gli spari, i fuochi pirotecnici. Non c’è un euro, e li facciamo con la bocca. In coro. Mo’ mi ripasso la parte mia, volete sentire? Stumpf-statatatà-stuff-stuff… Cià, auguuuuri Stumpf-statatatà-stuff-stuff… cià auguri auguuuuri… Stumpf-statatatà-stuff…

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