Fleetwood Mac Stampa

Agli inizi del 1977 Peter Green, geniale chitarrista dei primi Fleetwood Mac, venne arrestato a Londra. Da vario tempo, a causa dell’abuso di Lsd, soffriva di problemi mentali. Un giorno minacciò il suo manager Clifford Davis durante una conversazione telefonica. Gli disse che gli avrebbe sparato. Gli fece sapere di aver con sé un fucile portato dal Canada. I media romanzarono parecchio l’episodio. Lui racconterà anni dopo che quel fucile era ben poco professionale e che non aveva neanche le pallottole. Fu condotto nel carcere di Brixton. In seguito venne trasferito in quello di Wandsworth, il più grande di Londra e uno dei più affollati d’Europa, una delle tre prigioni dove fu incarcerato Oscar Wilde a causa della sua omosessualità. In prigione non si trovava poi male, racconterà. Dirà che quel periodo è stato istruttivo. Passava il tempo chiacchierando con stupratori, assassini e altri criminali. Essendo un’anima blues, spiegherà, si sentiva a proprio agio con chi aveva l’Africa nelle vene, ragazzi che sempre avevano destato il suo interesse e che adesso incontrava lì dentro. Quando gli venne diagnosticata una schizofrenia indotta dall’uso di Lsd e di altre sostanze stupefacenti, fu mandato all’ospedale psichiatrico londinese di Horton. Venti anni più tardi, nel 1997, l’ospedale verrà chiuso. A Horton si veniva curati con la contenzione, con valanghe di psicofarmaci e con l’elettroshock. Ospite di Jailhouse Rock è stato Dario Villasanta, che ha raccontato la contenzione e gli ospedali psichiatrici giudiziari, da lui vissuti in prima persona, nel libro “Nella pancia del mostro” (Lettere Animate, 2016).

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