Cat Stevens Stampa

Il 14 settembre del 2004, a tre anni dall’attentato alle torri gemelle, Yusuf Islam, che un tempo firmava i suoi album con il nome di Cat Stevens, venne arrestato dalla polizia statunitense dopo che il volo 919 della United Airlines proveniente da Londra e diretto a Washington fu dirottato dalle autorità di sicurezza americane verso il Maine, nell’aeroporto di Bangor. Gli altri 279 passeggeri, dopo quattro ore di incertezza e di paura, ripresero la rotta per Washington. Si stava recando negli Stati Uniti per partecipare a un convegno organizzato dall’Islamic Association of North America. Fu trattenuto una notte in cella a Bangor, interrogato e rispedito a Londra. Il suo nome era in una watch list, in una lista nera di persone fiancheggiatrici o finanziatrici del terrorismo di matrice islamica, quello di Al Qaeda. Alcuni sospetti, nessuna prova. Ma erano sufficienti i primi affinché gli si impedisse di mettere piede in America. Fu invocata la sicurezza nazionale, senza che alcun reato gli fosse imputato. “Con tutto il rispetto per Cat Stevens”, affermò Colin Powell, allora segretario di Stato del presidente Bush, “è in una watch list e non può entrare negli Stati Uniti”. Il portavoce della segreteria di Stato, Garrison Courtney, sostenne che vi erano ragionevoli e molteplici prove del suo coinvolgimento in attività terroristiche. Esse però non sono mai state mostrate, né sono divenute oggetto di un processo. A Jailhouse rock con noi in questa puntata Moni Ovadia.

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