Bukka White Stampa

In un giorno imprecisato dell’anno 1963, al numero 201 di W. Commerce Street nella città di Aberdeen, Mississippi, arrivò una lettera. Nel marzo dell’anno precedente Bob Dylan aveva pubblicato il suo primo album. In pochissimi sapevano dell’esistenza di Bukka White, un bluesman delle radici, l’autore della quinta traccia dell’album dal titolo Bob Dylan. John Fahey e l’amico Ed Denson, vedendo che tra le sue composizioni ce n’era una dal titolo Aberdeen, Mississippi, decisero di partire da lì per rintracciarlo. Dopo il suo nome e cognome scrissero tra parentesi “old blues singer”, vecchio cantante blues. Indirizzarono il messaggio usando il servizio di fermo posta. La lettera lo raggiunse e Bukka White tornò al blues. Fu riscoperto e visse una seconda vita. Tra il 1937 e il 1940 era stato in carcere alla Parchman Farm per aver sparato a un uomo. E lì era arrivato John Lomax, cui la Library of Congress aveva affidato il compito di registrare la strepitosa tradizione musicale degli Stati del sud. Con noi a Jailhouse rock Elisabetta, che chiede la verità su suo figlio entrato lo scorso luglio a 28 anni nel carcere di Trento e morto lì dentro il 29 di ottobre.

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