Bello FiGo Stampa

Il 12 maggio 2017, alla discoteca WKND di Lugano,era in programma un concerto di Bello FiGo. Ma quella mattina, a una fermata dell’autobus, compare un manifesto razzista che chiede “l’annullamento immediato del concerto”, che veicolerebbe messaggi negativi per la gioventù italiana. E non si ferma qui: “Se la lettera non verrà presa in considerazione”, si legge,” ci saranno conseguenze gravi al locale (prima, dopo o durante la serata) o al profugo da voi invitato”. E ancora: “Non è una minaccia, ma un semplice avviso. Difendiamo le nostre culture e la nostra nazione!”.La Regione, quotidiano in lingua italiana del Canton Ticino, cita l’articolo 180 del codice penale e sostiene che gli autori del manifesto rischiano fino a tre anni di carcere.Il concerto fu cancellato. Già a cavallo tra il 2016 e il 2017 vari concerti del rapper di origine ghanese erano stati annullati per motivi analoghi. Alla Latteria Molloy di Brescia, dove le minacce erano arrivate via cavo telefonico. Poi nel paese di Borgo Virgilio, in provincia di Mantova, dove comparvero scritte tra le quali “Incendieremo il palazzetto con la gente dentro” e fu lo stesso sindaco a imporre che il concerto non si tenesse. E ancora al Land of Freedom di Legnano, dove Bello FiGosi sentì dire di tornare in Africa e che se fosse andato da quelle parti sarebbe finito in ospedale.

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