Derek and the Dominos Stampa

Il 3 giugno del 1983 Jim Gordon, grandissimo batterista negli anni ’60 e ’70 che suonava con i Derek and the Dominos di Eric Clapton, aveva chiarissimo il proprio compito. Le voci gli indicavano tutto quello che doveva fare. In quel caso, procurarsi un martello, scegliere un bel coltellaccio da macellaio, affilarlo per bene. Poi prendere la macchina e percorrere le circa cinque miglia che dividevano la sua abitazione nella zona di Van Nuys, a Los Angeles, da quella di sua madre, a nord di Hollywood. Era pomeriggio. Suonò alla porta, ma nessuno rispose. Non era in casa. Tornerà. Lui si rimise alla guida e percorse le stesse cinque miglia in direzione opposta. Si fece sera, le undici passate. Sarà sicuramente rientrata. Riprese la macchina e di nuovo percorse le cinque miglia. Le voci gli avevano spiegato bene cosa fare. Prima un colpo di martello, così non soffrirà quando verrà uccisa dalla coltellata. Lei aprì la porta. Immaginate quell’istante, lì sulla soglia, un secondo, forse due, gli occhi negli occhi, madre e figlio, una signora ultra settantenne in pantofole e capelli grigi, un uomo neanche quarantenne, alto e di bella presenza. Poi, per lei, più niente. Jim Gordon è oggi dimenticato in un carcere per malati psichiatrici da oltre tre decenni. Con noi a Jailhouse Rock è stata Ester Morassi, il cui figlio ventiduenne, che soffriva di disturbi mentali, si è suicidato alcuni giorni fa nel carcere romano di Regina Coeli, dove certo non avrebbe dovuto trovarsi.

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