Courtney Love Stampa

È difficile che un ragazzino italiano vada a finire in galera per un classico taccheggio nel supermercato. Negli Stati Uniti d’America invece, i ragazzi difficili o presunti tali sono trattati senza troppe sottigliezze come dei delinquenti. Courtney Love era una ragazzina difficile quando è entrata in un istituto penitenziario per minori. La futura moglie del leader dei Nirvana aveva rubato una semplice maglietta e fu mandata, quattordicenne, a svernare per qualche tempo nel riformatorio di Hillcrest, a Salem, la capitale dell’Oregon. A tutt’oggi viene considerata un’ospite assai di lusso tra coloro che hanno mai varcato la soglia di quella prigione, una sorta di fiore all’occhiello dell’istituzione, a rischio altrimenti di restare anonima. Quell’esperienza la segnò, senza tuttavia cambiarla. Lei, che aveva avuto un’infanzia e un’adolescenza turbolente, che da giovanissima aveva assaggiato anche la vita da spogliarellista, ha continuato a intrattenere relazioni pericolose con la giustizia. Tante volte sarà arrestata da maggiorenne per vicende legate ai suoi eccessi di vita. Riuscirà però a non finire mai in una galera per adulti. Con noi a Jailhouse Rock è stato Mauro Palma, Garante nazionale delle persone private della libertà, a discutere delle pericolose proposte di abrogare il reato di tortura.

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