Dario Fo Stampa

Il 9 novembre del 1973, meno di due mesi dopo il colpo di stato del generale Pinochet in Cile, il Collettivo teatrale “La Comune” era a Sassari con lo spettacolo dal titolo Guerra di popolo in Cile. Il ricavato degli incassi era devoluto alla resistenza cilena. Verso sera davanti al teatro si presenta la polizia, con caschi, manganelli e scudi di plastica. Dicono di voler organizzare il servizio d’ordine, ma in realtà vogliono provocatoriamente bloccare lo spettacolo. Era qualcosa che la compagnia di Dario Fo e Franca Rame aveva vissuto in molte altre città d’Italia.“Prendiamoci a braccetto, così li blocchiamo”, disse Dario Fo ai compagni. “Qui non entrate”, disse ai poliziotti. La barriera dei ragazzi a braccetto venne sgominata rapidamente a suon di manganelli. Lui venne caricato su una camionetta insieme ad altri compagni. L’accusa era quella di resistenza a pubblico ufficiale. Venne condotto al carcere di San Sebastiano. La mattina dopo per le vie di Sassari parte una mobilitazione spontanea. Sono in tanti, in tantissimi. Franca rame viene issata su una macchina e prende la parola. I ragazzi cantano e suonano. Alle ore 14 i cancelli del carcere si aprono. Dario Fo è libero. Il processo che lo vedrà assolto inizierà cinque anni dopo, sempre a Sassari, il 5 dicembre del 1978. La Sassari di Luigi Manconi, che è stato con noi in questa puntata di Jailhouse Rock per parlare di questo e di altro.

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