Miles Davis PDF Stampa E-mail

Il 25 agosto del 1959, Miles Davis stava lavorando ad alcune registrazioni al Birdland, storico locale che si trovava a Broadway. Poco dopo la mezzanotte, tra una sezione e l’altra, era uscito ad accompagnare la sua amica Judy a prendere un taxi. Ne aveva approfittato per fermarsi all’aperto a fumare una sigaretta. Era già famosissimo e sul tendone troneggiava il suo nome. Si avvicinò un poliziotto bianco e gli disse di spostarsi. Lui spiegò che stava lavorando in quel locale e indicò il proprio nome illuminato. “Non mi interessa dove lavori” disse il poliziotto, “ti ho detto di spostarti! Se non te ne vai ti arresto”. Lui non si mosse. “Sei in arresto!”, disse l’agente. Si radunò una folla attorno a loro. Si avvicinò un detective e lo colpì in testa con un bastone ripetutamente. Il sangue gli correva sui vestiti. Arrivarono le auto della polizia a sirene spiegate. Fu portato al 54esimo distretto di polizia. Un gruppo di fan inferociti, che aveva assistito all’accaduto, seguiva l’auto. Venne schedato con le accuse di condotta disordinata e aggressione a un poliziotto. “Mi scattarono delle foto mentre sanguinavo”, ha raccontato nella sua autobiografia, “ero circondato da bianchi e ho imparato che quando questo accade, se sei nero, non c'è giustizia. Nessuna”. Solo otto giorni prima aveva pubblicato Kind of blue, il disco che rivoluzionerà la musica jazz.

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