Jailhouse Rock è una trasmissione radiofonica curata dall'Associazione Antigone e condotta da Patrizio Gonnella e da Susanna Marietti, che va in onda su Radio Popolare e altre radio italiane. In onda ininterrottamente ogni settimana dal 2010, in Jailhouse Rock storie di musica e di carcere si attraversano le une con le altre. Alla trasmissione collaborano detenuti del carcere romano di Rebibbia Nuovo Complesso e del carcere milanese di Bollate. Dando vita alla prima esperienza del genere, ogni settimana realizzano un Giornale radio dal carcere (Grc) trasmesso all'interno di Jailhouse Rock. In ogni puntata potete ascoltare inoltre le cover degli artisti ascoltati nella puntata suonate dalla Freedom Sounds, band del carcere di Bollate. Nostro ospite fin dalle origini è Carmelo Cantone, prima come direttore del carcere di Rebibbia, poi come provveditore all'Amministrazione Penitenziaria e Vice Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria. Carmelo Musumeci, condannato all'ergastolo e oggi fuori dal carcere, ci racconta la prigione e la pena perpetua nella sua rubrica "L'ergastolano". Potete ascoltare Jailhouse Rock su Radio Popolare, sulle frequenze della Lombardia e di altre radio di Popolare Network, il lunedì dalle 20.30 alle 21.30. Potete ascoltarci anche Radio Beckwith il sabato alle 18.00 e in replica la domenica alle 21.00, su Radio Ciroma (Cosenza) il mercoledì alle 8.00, su Gemini Network il giovedì alle 10.00, su Spazio Radio (Roma) il martedì alle 8.00 e in replica il mercoledì alle 18.00, su RadioGrad il venerdì alle 22 e in replica il martedì alle 22, su Radio Onda d'Urto (Brescia) il venerdì alle 20.00.
Suoni, suonatori e suonati dal mondo delle prigioni.
“Un orologio digitale Timex rotto, un profilattico non usato, uno usato, un paio di scarpe nere”. È l’inizio dell’elenco dei beni che la guardia riconsegna a John Belushi prima di metterlo in libertà all’inizio del film The Blues Brothers. Alla fine l’intera band sarà di nuovo dentro a cantare Jailhouse rock, dopo aver trionfato nella propria missione per conto di Dio. Da Johnny Cash a James Brown, da Leadbelly ai Sex Pistols, da Vìctor Jara ai fratelli Righeira: suoni e suonatori, racconti di storie che in un modo o in un altro attraversano le prigioni. Il carcere di ieri e il carcere di oggi, dove capita ancora che qualcuno venga suonato.
Patrizio Gonnella e Susanna Marietti, uniti da un lungo impegno nell’Associazione Antigone, da un matrimonio e tre figli, riempiono di suoni il carcere che da oltre un ventennio visitano, osservano, criticano. |
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In questa prima puntata del nuovo anni della nostra trasmissione, ragioniamo insieme sulle aspettative del 2025 per il mondo delle carceri e non solo. Ovviamente sempre accompagnati dalla grande musica di Jailhouse Rock!
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Il re del funk degli anni ’70 e ’80 è stato arrestato il 2 agosto 1991 con accuse gravissime: tortura, sevizie e violenze di ogni tipo. Era finita dietro le sbarre anche la giovane fidanzata Tanya Anne Hijazi. Una ragazza di ventiquattro anni, Frances Alley, li aveva denunciati raccontando di essere stata sequestrata e torturata per due giorni dalla coppia. Il processo durò tre settimane. Rick James, scoppiando platealmente in lacrime a ogni testimonianza, lo trasformò in una sorta di psicodramma del quale era l’indubbio protagonista. Si arrivò alla sentenza. Il cantante si salvò dall’accusa di tortura che gli avrebbe valso l’ergastolo. Oggi a Jailhouse Rock abbiamo ripercorso gli accadimenti carcerari più rilevanti del 2024 che si sta chiudendo.
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Banditi per quattro anni dal suonare negli Stati Uniti d’America a causa di disordini sul palcoscenico e controversie legali, cosa che impattò non poco sulla loro notorietà e sul loro successo. Bevitori incalliti, con uno stile di vita molto trasgressivo che riportavano anche sul palco. Nel maggio 1965, durante un concerto a Cardiff, scoppia una lite tra Dave Davies e il batterista Mick Avory. Dave si becca un piatto della batteria in testa e Avory viene arrestato. Sempre nello stesso anno fu arrestato Dave Davies, dopo un concerto in Danimarca durante il quale a causa sua scoppiarono degli scontri che coinvolsero la polizia e il pubblico. Con noi a Jailhouse Rock Pietro Buffa, a lungo nell’amministrazione penitenziaria, e Silvia Granata, curatrice di una raccolta di racconti di persone detenute pubblicata per Mimesis.
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Il 26 settembre del 1992, in un locale di Bologna Militant A invita un uomo dal pubblico a salire sul palco. “Alle undici deve ritornare dentro”, spiega, “come tutte le sere”. Poi si corregge: “tutte le sere alle nove, oggi gli hanno dato un permesso di due ore”. Quell’uomo è Sante Notarnicola, detenuto in regime di semilibertà cui gli Assalti Frontali hanno dedicato il brano Omaggio a Sante.
Notarnicola, bandito rivoluzionario, era in semilibertà dall’estate del 1988, dopo aver scontato quasi ventuno anni di prigione. Con noi a Jailhouse Rock è stato Militant A, frontman degli Assalti Frontali che pochi giorni fa hanno pubblicato il loro decimo album in studio Notte immensa.
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Dai Public Enemy a Clementino, partendo ovviamente dallo straordinario concerto di Johnny Cash nella prigione di Folsom del 1968, grandi concerti che si sono tenuti nelle mura di un carcere. Con noi a Jailhouse Rock è stato Carmelo Cantone, da sempre inviato speciale della nostra trasmissione, a raccontarci dell’applauditissimo concerto di Franco Califano a Rebibbia quando Carmelo era il direttore di quell’istituto.
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Nell’aprile del 2007, l’intervistatore della storica rivista musicale inglese New Musical Express gli domanda quale sia la cosa più bizzarra che mai gli sia capitato di sniffare. Lui è un vero esperto di droghe, tutte provate in prima persona. Il giornalista sa che la risposta non potrà deluderlo. Ma certo non si immagina di ascoltare quello che sta per ascoltare. Lui ci pensa un momento e risponde tranquillo: “ho sniffato le ceneri di mio padre”. Varie le occasioni nelle quali Keith Richards ha varcato i cancelli del carcere, a cominciare dal lontano 1967 quando fu portato in giudizio insieme a Mick Jagger per violazione della normativa contro la droga. Con noi a Jailhouse Rock è stata la presidente di Magistratura Democratica Silvia Albano.
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Il padre dell’afrobeat, l’artista nigeriano che con le sue canzoni combatteva il regime militare e che ne ha pagato personalmente le conseguenze. Uscì di galera grazie ad Amnesty International che lo adottò quale prigioniero di coscienza. Prima aveva visto bruciare per mano dei soldati Kalakuta Republic, la comune da lui fondata nella città di Lagos, e buttare dalla finestra la sua anziana madre, grande attivista per i diritti umani. Il suo funerale, nell’estate del 1997, fu un grande evento di massa. Sterminata la produzione musicale che Fela Kuti ci ha lasciato e che oggi rivive in suo figlio Femi.
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Il 12 giugno 2022, dal carcere di Atlanta, Young Thug chiede ai suoi fan di firmare la petizione ‘Art on Trial: Protect Black Art’. Lo fa attraverso una clip audio con la sua voce pre-registrata che viene trasmessa al MetLife Stadium nel New Jersey dove si sta tenendo il festival hip hop Hot 97 Summer Jam. Le parole dei suoi testi erano usate come se fossero delle confessioni nel procedimento contro di lui. Tale pratica, che criminalizza in particolare il rap come arte nera, è stata negli anni molto comune nei procedimenti giudiziari statunitensi e anche inglesi. Un attacco alla libertà di espressione, sul quale per fortuna si è aperta oggi finalmente una seria riflessione politica. Le prime norme per regolamentare l’uso dei testi rap nei tribunali sono state approvate.
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