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Mark Lanegan Band - Blues Funeral PDF Stampa E-mail

di Giorgio Novembrino

Un grande ritorno quello di Mark Lanegan, artista cupo, misterioso ed inquieto, una delle voci pi suggestive e profonde della scena musicale Americana. Una vita artistica, la sua, fatta di incontri e collaborazioni importanti, di cadute e resurrezioni, di continui distacchi da gruppi dei quali sempre stato una figura fondamentale, come i Screaming Trees con i quali ha debuttato negli anni novanta nell'era del Grunge, o come i Queens Of The Stone Age. Ma  lui  inquieto, un artista con una personalit e una forza di volont che lo porta ad uscire dal tunnel della droga ed a dedicarsi completamente alla musica, buttandosi  anima e corpo nella sua arte.

Mark Lanegan registra da solista sette dischi di discreto successo, tra i quali spiccano  "Whiskey for the Holy Ghost" del 1994 considerato positivamente dalla critica, registrato in collaborazione con l'ex batterista degli Screaming Trees Mark Pickerel e con il leader dei Dinosaur Jr. J Mascis; e nel 2004 "Bubblegum" anche questo ricco di collaborazioni, tra cui spiccano le presenze di PJ Harvey, Nick Oliveri, Greg Dulli (Gutter Twins e Twilight Singers)  e Josh Homme ( Queens Of The Stone Age). Collabora ad un intenso e prezioso progetto con lex-Belle & Sebastian Isobel Campbell, con cui incide quattro dischi dal 2005 al 2010 e ancora lavora con i Soulsavers e con Greg Dulli e Josh Homme, amici da sempre, che lo supportano nella realizzazione del suo ultimo disco "Blues Funeral" registrato ad Hollywood in California da Alain Johannes. "Blues Funeral" un disco di sperimentazioni e contaminazioni blues per l'appunto, con sonorit nuove e ricercate; la  musica  influenzata dagli eventi della vita, ma, nel contempo, se ne tiene a debita distanza. Mark Lanegan riesce a creare  un blues che non  n decadente n minimalista, se non nel il brano dedicato a  Muddy Water, brano intitolato  "Bleeding Muddy Water". In questo disco c' del psyco-folk in "Gray Goes Black"; c' il rock-blues rauco e cadenzato  sposato a synth e tastiere in "St Louis Elegy" e nelle ruggenti e cavalcanti "The Gravedigger's Song" e "Riot In My House"; c la malinconia di due fantastiche  ballate rock come "Ode To Sad Disco" e "Phantasmagoria Blues" e della sognante "Leviathan" . La voce di Lanegan veramente splendida, come  nel country & western di "Deep Black Vanishing Train". "Blues Funeral"  un viaggio tra paesaggi e stati d'animo che avvolge e insieme stimola l'ascoltatore, un disco positivo che promette tanto ancora da un artista in ottima forma.

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