Il teatro degli orrori - Il mondo nuovo |
di Giorgio Novembrino Nascono nel 2005 imponendosi a pieni voti nella musica rock alternativa italiana con due album di grande successo intitolati rispettivamente "Dell'impero delle tenebre" del 2007, lavoro ruvido e spontaneo, e "A sangue freddo" del 2009 sicuramente più poetico e raffinato. Provenienti dal noise-rock profondo e nero dei "One Dimensional Man", Il teatro degli orrori, dopo varie formazioni capitanate dall’ unico e incontrastato leader Pierpaolo Capovilla, in questo nuovo sorprendente progetto torna con la collaborazione di Gionata Mirai alla chitarra, di Giulio Ragno Favero al basso e alla produzione, e di Francesco Valente alla batteria.
Con questa formazione il gruppo realizza il terzo album, sicuramente definibile come un concept album a tema politico, che racconta l'immigrazione in sedici piccole biografie per altrettanti brani; c'è la storia di Martino , di Adrian, di Monica, di Doris, Pablo, Nicolaj, eroi dei nostri tempi che vivono ogni giorno sulla propria pelle la diffidenza, l'indifferenza, l'emarginazione, la sofferenza, la solitudine, la desolazione, la lontananza, la violenza e la morte. Le storie sono cantate e recitate con densità drammaturgica da Pierpaolo Capovilla, bravissimo nel dare corpo e fisicità a quello che racconta, con continui riferimenti al teatro di Carmelo Bene (parte integrante della sua formazione culturale). "Il mondo nuovo" è un disco che coinvolge; sono settantacinque minuti di musica rock solida e sostenuta, con variazioni strumentali da ascoltare a giusto volume, per godere appieno delle venature e dei dettagli degli arrangiamenti. Sicuramente si tratta di un lavoro più “commerciale” dei precedenti, specie nei brani "Rivendico", "Io cerco te" , "Non vedo l'ora" e "Skopje"; tuttavia rimane inalterato il patrimonio di credibilità ottenuto con i primi due album, permanendo la continuità con i loro lavori precedenti, arricchita da una crescita straordinaria nella ricerca dei suoni e nell'intensità dei testi. Vi consiglio di ascoltare con attenzione sicuramente la simpatica "Gli Stati Uniti d'Africa"; il noise-rock decadente e oscuro di "Cleveland ˆ Baghdad"; il rap-core di "Cuore d'oceano" cantata con Caparezza; la splendida acustica "Ion"; il ritmo inquietante con voce oscura di "Doris"; il tema dell’ amore e della morte accompagnato da chitarra acustica in "Vivere e morire a Treviso", terra con una doppia identità, divisa tra leghismo e integrazione nelle fabbriche. "Il mondo nuovo" è il disco perfetto e "il Teatro degli orrori" sono una band indubbiamente fuori dalle convenzioni e figure di riferimento del rock “made in Italy”. "Benvenuti in Italia dove tutto è possibile e dove Martino muore per solitudine e indifferenza”. |