Elvis Costello PDF Stampa E-mail

Piegare la repressione di polizia a fini commerciali non è certo consueto nella storia del rock. La mattina del 26 luglio 1977, Elvis Costello ce la mise tutta per farsi arrestare. Nel pieno centro di Londra, di fronte all’Hotel Hilton, si preparò accuratamente a fare quel che meglio sapeva fare: cantare e suonare. Senza avere chiesto l’autorizzazione alle forze dell’ordine, accese gli amplificatori e cominciò a esibirsi nelle proprie ballate punk. Dentro l’albergo era in corso l’annuale conferenza internazionale della Cbs/Columbia Records. I vertici della casa discografica statunitense erano tutti lì dentro. Artisti tra i più prestigiosi del marchio programmavano di esibirsi per il piacere di quel pubblico autorevole. E si esibirà anche lui. Con i decibel alle stelle. Protestava perché nessuna etichetta degli Stati Uniti d’America aveva fino ad allora distribuito i suoi dischi. Riuscì perfettamente nell’intento di farsi notare: arrivarono i bobbies e lo arrestarono. Riuscì a far parlare di sé la stampa inglese. Pochi mesi dopo firmò un contratto con la Columbia Records. Con noi a Jailhouse Rock il regista Alessandro Piva, autore del recentissimo “I milionari”, e Mimmo Blasi, allenatore della squadra di calcio Atletico Diritti, nella quale immigrati, detenuti e studenti scendono in campo assieme. Comincia in questa puntata di Jailhouse Rock una nuova rubrica, dal titolo “L'ergastolano”. A tenerla dal suo ergastolo ostativo, raccontandoci fatti e sensazioni, e' Carmelo Musumeci.

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