Elvis la galera l’ha fatta rimanere per sempre nella storia del rock. Quando nell’autunno del 1957 uscì il terzo film che lo vede attore, lui aveva già incrociato varie volte la prigione, seppur sempre di striscio. Nel film omonimo, davanti a telecamere e microfoni a giraffa e sullo sfondo di cancelli e celle, The King interpreta il rock della prigione. È ovviamente la nostra Jailhouse rock. Si chiude sul re del rock questa stagione della nostra trasmissione. A Jailhouse Rock, a raccontarci cosa ha significato Elvis Presley per la loro generazione e per quelle a venire, Bobby Solo.
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“Incredibile, avevo di fronte a me George Michael”, dirà il suo compagno di galera. “Quando le porte della cella si sono chiuse lui è rimasto a bocca aperta. Era a pezzi. Ripeteva come un ossesso che non poteva credere che stesse succedendo proprio a lui. Si è preso la testa tra le mani. Piangeva disperatamente. Singhiozzava. Sembrava un bambino”. Il compagno– ben più navigato di lui – era stupefatto. Che sarà mai un mese di galera? Siamo nel tardo pomeriggio del 14 settembre 2010 quando il cantante varca i cancelli di ingresso della prigione di Pentonville. La mattina di quel 14 settembre, a giudicarlo era stato il giudice John Perkins della corte londinese di Highbury. Il tutto si era svolto davanti a un gran numero di fotografi e di ammiratori. Lui aveva ammesso le proprie colpe. Un paio di mesi prima era andato a finire dritto dritto con la sua Range Rover dentro un negozio fotografico nella zona di Hampstead, a Londra. Non era accaduto a causa di una semplice manovra sbagliata, ma in quanto guidava sotto l’effetto di marijuana. A Jailhouse Rock il presidente della Commissione Diritti Umani del Senato.
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“C’erano quarantacinque uomini nella cella”, racconterà Frank Zappa. “Il gabinetto e la doccia non erano mai stati puliti. La temperatura era di centodieci gradi, così non riuscivi a dormire né di notte né di giorno. C’erano scarafaggi nei fiocchi d’avena, guardie sadiche e tutto il meglio”. A volte finire in galera produce lo stesso effetto che studiare in un collegio di suore: si diventa trasgressivi. L’assurda esperienza di prigionia vissuta alla metà degli anni sessanta generò in Zappa un forte sentimento antiautoritario, decisivo nel prosieguo della carriera che lo incoronerà come una delle star più trasgressive della storia del rock. Allora ventiquattrenne, scontò nel reparto C della prigione californiana della Contea di San Bernardino solo dieci giorni di reclusione. Ma così ingiusti e stupidi, incastrato da un agente in borghese per una sciocca registrazione fintamente hard, da provocargli rabbia e risentimento.
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“Ricordo quando mia madre mi venne a visitare in prigione a Porto Rico e io le dissi: mamma, sto bene, lasciami qua. Lei si preoccupò tanto, pensò che stessi diventando pazzo, che mi avrebbe perso per sempre. Io non volevo essere rilasciato. Stavo finalmente imparando, quella lì è stata come una scuola che mi ha consentito di essere quello che sono oggi”. Nella storia di Tego Calderón, il tempo della prigione è stato usato per pensare, per meditare sul passato, sul presente, sul futuro. Per ragionare sulle ingiustizie sociali che conducono al crimine e alla recidiva, sulla necessità di aiutare chi esce da una dolorosa esperienza di reclusione. Lui non ha rimosso la propria biografia criminale. Non l’ha giustificata per tornare a delinquere. Ha saputo invece emanciparsi dall’idea che fosse l’unica soluzione possibile. Ha scontato un paio d’anni di detenzione verso la metà degli anni novanta del secolo scorso. Al tempo, di rientro da Miami nella sua Porto Rico, era impegnato in vari traffici illegali, dalla droga alle armi. È a Porto Rico che nasce il reggaeton, una fusione di influenze che vanno dal reggae all’hip-hop a ritmi cubani e portoricani. Con noi in questa puntata di Jailhouse Rock il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bologna, Francesco Maisto.
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C’è chi la galera la conosce in prima persona e chi la conosce per amore. E poi, c’è chi la conosce in entrambe le maniere. Nella sua breve vita, AmyWinehouse la galera l’ha sperimentata sotto varie forme. È stata arrestata molte volte, ma la prigione vera e propria, quella dove si sverna per lunghi periodi, l’ha conosciuta solamente nelle visite al musicista Blake Fielder-Civil, che dal maggio 2007 è stato suo marito per un paio d’anni. Lui uscì di prigione il 5 novembre 2008, prima del previsto. Lei non andò ad accoglierlo ai cancelli. Quel giorno, infastidita nella sua casa di Camden a Londra, aggredì i fotoreporter. È morta il 23 luglio del 2011. Lui aveva fatto in tempoa rientrare in carcere. Lei si è andata ad aggiungere ai tanti cantanti del Club 27, che hanno visto la morte a quella giovane età. A Jailhouse Rock la testimonianza di Antonio Tango, padre detenuto, a poche settimane dalla firma della ‘Carta dei figli dei genitori detenuti’ voluta dall’associazione Bambinisenzasbarre.
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Disegnò la copertina di un 45 giri mentre era in galera. Il disco uscì in edizione limitata in sole duecento copie numerate. Usava firmare con il suo numero di matricola le copie dei dischi che i fan gli facevano arrivare in prigione per un autografo. I suoi comportamenti eccessivi sul palcoscenico gli avevano valso la proibizione di entrare in ben sette Stati Usa. Pare che sia stato in carcere oltre una cinquantina di volte. La più lunga, dal 20 dicembre 1989 al 26 marzo 1991. Uscito dalla prigione statale di Jackson, nel Michigan, GG Allin rese pubblico il manifesto cheaveva elaborato in cella. Quel manifesto divenne la sua missione di vita. “Io credo che la cosa migliore sia decidere quando porre fine da soli alla propria vita. Non metterò la mia esistenza nelle mani del destino. Noi non abbiamo voce sulla nostra nascita, ma possiamo decidere se vogliamo morire”. Di lì a poco, nel 1993, morì tuttavia per overdose da eroina. Massimiliano Verga, autore di Zigulì. La mia vita dolceamara con un figlio disabile e diUn gettone di libertà (entrambi per le edizioni Mondadori), insegna Sociologia dei diritti fondamentali alla Bicocca di Milano e nel 2004 ha pubblicato un libro dal titolo La droga espiatoria. Un’analisi critica del proibizionismo. Antigone sul tema del proibizionismo tiene quest’anno la propria assemblea nazionale annuale. È un tema centrale nell’attualità politica italiana. Ne abbiamo discusso con Massimiliano Verga in questa puntata Jailhouse Rock.
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Alla fine dello scorso anno il governo inglese vietò ai detenuti di poter ricevere libri dall’esterno del carcere. Avrebbero dovuto conquistarsi questo privilegio, disse. Ma l’Inghilterra non si è fermata qui. Alcuni giorni fa c’è stato un ulteriore divieto. Ha vietato l’ingresso in carcere anche di strumenti musicali. Billy Bragg è oggi in prima fila – insieme ai Radiohead, a David Gilmour dei Pink Floyd, a Johnny Marr degli Smiths e a tanti altri – contro questo assurdo divieto. Nel 2007 Billy Bragg ha dato vita alla campagna Jail guitar doors, intitolata ai Clash, con la quale ha portato chitarre in decine di prigioni inglesi. Dalla battaglia dei minatori contro il governo privatizzatore di Margaret Thatcher, alla fondazione – insieme a Paul Weller degli Style Council e ad altri – del Red Wedge, del cuneo rosso, il collettivo di musicisti che si darà come scopo quello di sensibilizzare i giovani ai temi politici cari alla sinistra e al Partito Laburista, alle incarcerazioni sempre per motivi politici, la musica di Billy Bragg e la sua storia in questa puntata di Jailhouse Rock.
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Il primo aprile del 2004, Carlene Carter è entrata nel carcere di Gallatin. Non era un pesce d’aprile. Era piuttosto uno dei tasselli di un mosaico fatto di morti e di eroina. A condurla in galera era stato un test anti-droga disposto dai giudici. Un test cui era risultata positiva. I controlli cui doveva sottostare erano l’esito di una più antica storia criminale. Una storia che riguardava anche Howie Epstein, un tempo suo fidanzato nonché bassista di Tom Petty and the Heartbreakers, morto il 24 febbraio del 2003, all’età di quarantotto anni, per una overdose. Carlene viene da una famiglia leggendaria nella storia della musica country statunitense. È la figlia di June Carter, il grandissimo amore di Johnny Cash. Carlene aveva dodici anni quando sua madre sposò Johnny Cash. Sin da ragazza iniziò a seguirli nelle loro tournée fungendo da corista. Nel 1987 si unì alla madre e alle sorelle nel gruppo The Carter Sisters. A pochi giorni dal 25 aprile, a Jailhouse Rock la testimonianza della staffetta partigiana Teresa Vergalli.
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