Pino Daniele PDF Stampa E-mail

Il carcere napoletano di Poggioreale è uno dei più drammatici d’Italia. Forse il peggiore di tutti. I detenuti hanno passato anni e anni chiusi in cella fino a ventidue ore al giorno, trascorrendo la proverbiale ora d’aria in cortili stretti e sovraffollati, senza riscaldamento, con difficoltà a fare la doccia, senza spazi dove poter trascorrere tempo insieme, mangiando cibi freddi o malamente risaldati su fornelli adagiati nei bagni. Assistenza sanitaria scadente, poca igiene e troppe persone in ambienti fatiscenti facilitano il diffondersi di malattie spesso dimenticate nel mondo esterno. Ma quel giorno del settembre 1995 tutto questo non esisteva più. Tutto questo era dimenticato dai detenuti seduti sulle panche ad ascoltare. Tutto scompariva di fronte a lui che prendeva in mano la sua chitarra e cominciava a suonare. “Volevo stare un po' con voi, farvi conoscere più da vicino chi sono e perché scrivo canzoni”, dice. “Ho pensato che la musica, per qualche attimo, può aiutarci a scurda' 'e guaie. Allora ho detto: mo' ci vado. E vediamo che succede”. Erano circa duecento i detenuti lì riuniti. Quasi tutti giovanissimi. Urlavano, cantavano, erano insieme a lui. A lui che adesso non c’è più e che a Jailhouse Rock vogliamo ricordare così. In questa puntata di Jailhouse Rock ascoltiamo le testimonianze di Enzo D’Alò, grande regista di animazione, che in Opopomoz ha ospitato la sola colonna sonora che Pino Daniele abbia mai firmato per intero; di Antonio Bocola, regista di Fame chimica, ambientato a Milano ma pieno di Napoli e di Pino Daniele; del musicista napoletano Daniele Sepe, Ciao Pino.

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Puntata natalizia PDF Stampa E-mail

Gli auguri di Natale a modo nostro. A Jailhouse Rock ascoltiamo le canzoni più diverse che hanno cantato il 25 dicembre e quello che rappresenta. Da Johnny Cash a Bob Dylan, dai Tazenda (cantati dai nostri amici musicisti detenuti nel carcere di Bollate) a Frank Sinatra, da Elvis Presley ai Pogues. Auguri di ogni genere musicale, che raccogliamo a Jailhouse Rock per ascoltare assieme.

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Nick Drake PDF Stampa E-mail

Le canzoni di Nick Drake ti scendono dentro e non ti lasciano più. A Tanworth-in-Arden, il paese dove viveva e dove oggi è sepolto quel ragazzo morto giovanissimo e malinconico per aver ingerito troppi antidepressivi, ogni estate arrivano da tutto il mondo per il Nick Drake Gathering le persone che hanno voglia di suonare assieme per ricordarlo. Tutto è a misura sua, ricorda la fragilità e la passione di questo raffinato autore e chitarrista. Quando Jailhouse Rock è stata al Gathering, era stato preparato un braccialetto di ricordo. Attorno a un semplice filo verde era legata una piccola chitarra argentata con le sue iniziali: N.D. Invece di made in England o di made in Taiwan si leggeva “made with love”. Fatto con amore. Come quel concerto. Come il viaggio di ciascuna delle persone che erano andate là con i mezzi e con le storie più disparate. Come ogni singola nota che Nick ci ha lasciato.

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Scott Weiland PDF Stampa E-mail

Vien da pensare che se non si fosse chiamato Scott Weiland l’ultima volta che è entrato in un carcere non se la sarebbe cavata con soli tredici minuti di vita in cella. Nei suoi confronti non si può dire che la pena non sia stata flessibile. Arrestato il 21 novembre 2007 dalla polizia della California per guida in stato di ebbrezza, pagò 40.000 dollari di cauzione e tornò libero. Il successivo 28 aprile si tenne il processo e venne condannato a centonovantadue ore di prigione. La condanna comprendeva inoltre l’obbligo di seguire un programma di riabilitazione dall’alcolismo della durata di diciotto mesi, quattro anni di libertà condizionata, duemila dollari di multa. Entrò nel carcere di Los Angeles alle nove meno cinque della mattina del 12 maggio 2008. Uscì nello stesso giorno, alle sei e cinquantaquattro della sera. Circa centottantadue ore in meno del previsto. Tredici minuti in cella e il resto del tempo in giro per gli uffici della prigione a lasciare le impronte digitali, a firmare le carte di ingresso e di scarcerazione, a farsi visitare dal medico, a chiacchierare con guardie e detenuti, a svestirsi e a rivestirsi. A Jailhouse Rock il giornalista Matteo Bartocci ci ha raccontato la loro campagna ‘Mi riprendo il Manifesto’, per mettere in salvo una delle poche testate che è da sempre attenta ai temi del carcere e del garantismo penale.

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Ac/Dc PDF Stampa E-mail

L’hard rock essenziale e privo di orpelli di questo grande gruppo australiano, che abbiamo ascoltato essenzialmente nella prima fase musicale, quella dell’era Bon Scott. Frontman carismatico e cantante degli Ac/Dc fino alla sua morte, Bon Scott da ragazzino lascia la scuola e finisce in un carcere minorile. Ed è di questi giorni l’avventura giudiziaria di Phil Rudd, batterista della band, accusato in un primo momento di essere il mandante di un duplice omicidio e in seguito di minacce di morte, per le quali rischia fino a sette anni di prigione.

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Peg Leg Howell PDF Stampa E-mail

Siamo intorno al ventesimo anno del secolo scorso. Siamo negli Stati Uniti d'America. Siamo nella campagna della Georgia. Due uomini hanno bevuto molto. Litigano fra loro. Sono due cognati. La lite finisce a ferro e fuoco. Si spara. Uno dei due uomini viene ferito a una gamba. Era un contadino, lavorava in una fattoria. Ci volle tempo prima che l'uomo riuscì a farsi curare. Era troppo tardi. La gamba doveva essere amputata. Con una gamba di meno non si può lavorare nei campi. Peg Leg Howell, uno dei pionieri del Georgia blues, si trasferì in città. Andò ad Atlanta. E lì, per guadagnarsi da vivere, si dedicò a un'attività che non aveva bisogno di tutti e quattro gli arti. Si era in pieno proibizionismo e il contrabbando di liquore era redditizio. Fu con quello che fece i suoi soldi. E ogni tanto suonava. Aveva imparato a suonare la chitarra non troppo tempo prima. Doveva avere un talento naturale perché aveva imparato assai velocemente. Il gospel e la musica soul avevano da sempre circondato la sua esistenza. Un giorno, tuttavia, il suo contrabbando di liquore fu scoperto. Peg Leg Howell fu mandato in galera. In quelle galere che erano piene di blues. È lì che scrisse la sua New prison blues. Con noi a Jailhouse Rock il bluesman italiano Rudy Rotta, che di recente ha pubblicato l’album di tributo alle due band Beatles Vs Rolling Stones.

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Noyz Narcos PDF Stampa E-mail

Sta promuovendo in questi giorni l’album Monster Reloaded. A Jailhouse Rock il rapper romano della crew del TruceKlan ha parlato della sua musica e di che cosa significa l’hip hop. La nostra grandiosa cover band dal carcere di Bollate ha rifatto la sua M3, che Noyz ha ascoltato in diretta con noi. E Mariapia Scarciglia ci ha raccontato del progetto hip hop portato avanti nel carcere di Lecce.

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The Who PDF Stampa E-mail

Grandissima rock band londinese, punto di riferimento assoluto per l’intero movimento dei mods. Un movimento nato alla fine degli anni ’50, che nella Londra dei ’60 giocava un forte e preciso ruolo sociale. Il genere dell’opera rock trova con gli Who il suo più completo compimento. Dalla mente di Pete Townshend sono usciti gli album Tommy e Quadrophenia, divenuti in seguito film. Da My generation del 1965 in avanti, un disco dopo l’altro che in questa puntata di Jailhouse Rock non avremmo mai voluto togliere dal piatto. E con noi a Jailhouse Rock, Ilaria Cucchi commenta a caldo la sentenza di appello che ha mandato tutti assolti per la morte di Stefano.

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Elvis Costello PDF Stampa E-mail

Piegare la repressione di polizia a fini commerciali non è certo consueto nella storia del rock. La mattina del 26 luglio 1977, Elvis Costello ce la mise tutta per farsi arrestare. Nel pieno centro di Londra, di fronte all’Hotel Hilton, si preparò accuratamente a fare quel che meglio sapeva fare: cantare e suonare. Senza avere chiesto l’autorizzazione alle forze dell’ordine, accese gli amplificatori e cominciò a esibirsi nelle proprie ballate punk. Dentro l’albergo era in corso l’annuale conferenza internazionale della Cbs/Columbia Records. I vertici della casa discografica statunitense erano tutti lì dentro. Artisti tra i più prestigiosi del marchio programmavano di esibirsi per il piacere di quel pubblico autorevole. E si esibirà anche lui. Con i decibel alle stelle. Protestava perché nessuna etichetta degli Stati Uniti d’America aveva fino ad allora distribuito i suoi dischi. Riuscì perfettamente nell’intento di farsi notare: arrivarono i bobbies e lo arrestarono. Riuscì a far parlare di sé la stampa inglese. Pochi mesi dopo firmò un contratto con la Columbia Records. Con noi a Jailhouse Rock il regista Alessandro Piva, autore del recentissimo “I milionari”, e Mimmo Blasi, allenatore della squadra di calcio Atletico Diritti, nella quale immigrati, detenuti e studenti scendono in campo assieme. Comincia in questa puntata di Jailhouse Rock una nuova rubrica, dal titolo “L'ergastolano”. A tenerla dal suo ergastolo ostativo, raccontandoci fatti e sensazioni, e' Carmelo Musumeci.

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I consigli musicali di Giorgio Novembrino

 

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