Backstreet Boys PDF Stampa E-mail

Porta lo stesso nome del grande detective a cartone animato, ma non è lui. Nick Carter, una delle voci dei Backstreet Boys, è stato arrestato il 5 marzo del 2005 in California per guida in stato di ebrezza. Il 13 gennaio del 2016 lo ritroviamo nuovamente nei guai, questa volta nello Stato della Florida, per aver tirato un cazzotto addirittura al buttafuori di un locale. Il barista si era rifiutato di servire a lui e al suo amico l’ennesimo drink, lui si era alterato ed era stato invitato a uscire. Un cazzotto costato 1.500 dollari di cauzione. Ma l’altro Nick Carter ci ha accompagnati per tutta la puntata dedicata ai Backstreet Boys. Con noi a Jailhouse Rock è stato Guido De Maria, creatore di Nick Carter insieme al grande Bonvi nonché creatore della trasmissione Supergulp!, in onda negli anni ’70 su Rai 2.

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White Stripes PDF Stampa E-mail

Nel gennaio del 1900 veniva al mondo un criminale di altri tempi. Era soprannominato Three Fingers a causa di un incidente avuto da ragazzino nel quale aveva perso due dita della mano destra. Per vergogna o discrezione, teneva nascoste le tre dita rimaste indossando in pubblico un guanto bianco. Un gangster di prim’ordine, affiliato alla banda di Al Capone. Il suo vero nome era Jack White. Anche il nostro Jack White ha avuto qualche problema con la giustizia, ma certo non può competere con Three Fingers. Il 13 dicembre 2003 il nostro Jack White ebbe una colluttazione con Jason Stollsteimer, frontman dei Von Bondies. Evitò il carcere, ma venne condannato a pagare una multa di 500 dollari cui si aggiunsero le spese processuali. Oltre alla multa, fu stato condannato a un’altra pena dal sapore tipicamente americano: l’obbligo di seguire un corso per imparare a gestire la propria collera. Con noi oggi a Jailhouse Rock è stato Yuri Guaiana, dell’associazione radicale Certi Diritti, appena arrestato e rilasciato in Russia dove si era recato a consegnare firme per porre fine alla persecuzione dei gay in Cecenia.

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Led Zeppelin PDF Stampa E-mail

Il 3 luglio del 1971 al Vigorelli di Milano si è tenuto il loro unico concerto in Italia, durato pochi minuti e interrotto dalle cariche della polizia.“Quella sera credemmo di morire”, dirà poi Robert Plant. “Fummo costretti ad abbattere una porta per rifugiarci nei camerini. Quando cercammo di recuperare gli strumenti, scoprimmo che era stato tutto distrutto. Non verremo mai più a suonare in Italia”. E non si può dire che non siano stati di parola. Saranno sedici le persone arrestate quella sera. Il Velodromo sarà ridotto una rovina. Decine i feriti. Ma soprattutto, in pochi minuti, si concentrerà un pezzo fondamentale della storia politica e di quella musicale del Novecento, un secolo che le ha viste incrociate, avvinghiate, annodate. In quei pochi momenti si leggeranno gli scontri di classe, la lotta tra la musica italiana popolare e quella venuta da fuori, la contrapposizione tra i movimenti e le forze di polizia. Con noi in questa puntata di Jailhouse Rock è stato il magistrato Riccardo De Vito, presidente di Magistratura Democratica.

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Litfiba PDF Stampa E-mail

“In viaggio sì ho viaggiato per ore. Giorni. Mesi. Anni. Secoli su e giù nei metri di una cella e di un cortile all’ora d’aria e poi… poi uscito di lì… su e giù per le montagne in silenzio. Noi abbiamo fatto parte degli ammutoliti, quelli che hanno perso il diritto e la volontà di parola. Siamo state le ultime reclute di un secolo rivoluzionario… A voi oggi… spetta… un altro mondo, un altro tempo”. Sono parole di Erri De Luca nel suo racconto “Tu non c’eri”. È’ stato Piero Pelù, nel film di Cosimo Damiano Damato tratto dal racconto, a dare il suo volto al padre che marcava la sua assenza verso il figlio. Quel film lo abbiamo visto insieme nel carcere femminile di Rebibbia. C’erano le detenute, c’era Antigone e Jailhouse Rock, c’era il regista, c’era Erri De Luca e c’era Piero Pelù, che con una chitarra scordata e di fortuna ha suonato alcune canzoni della sua grande rock band. Nell’anniversario della morte di Antonio Gramsci, con noi a Jailhouse Rock è stato Nerio Naldi, professore di Economia alla Sapienza di Roma e studioso della vita di Gramsci.

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Gabriella Ferri PDF Stampa E-mail

Nel carcere romani di Regina Coeli sono passate tante persone. Quel carcere racchiude tante cose. Ma più famosa di ogni altra è uno scalino. E “chi nun salisce quello nun è romano”. Tra tutti coloro che hanno cantato quello scalino c’è Gabriella Ferri, una delle grandissime voci di Roma che ha cantato tante volte il mondo del carcere. Con noi a Jailhouse Rock un’altra grande interprete dello stornello romano, Elena Bonelli.

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Chuck Berry PDF Stampa E-mail

All’inizio degli anni ‘50 del Novecento, la sera nelle case di Cleveland, nell’Ohio, i ragazzi ascoltavano alla radio di nascosto sotto le lenzuola il Moondog rock and roll house party, del dj Alan Freed. Freed mandava tanta musica rythm and blues. Ma, per superare la separazione razziale e per promuovere quella stessa musica per un pubblico bianco, semplicemente le cambiò nome. La chiamò ‘rock and roll’. Tra le canzoni che Alan Freed per primo passò per radio c’erano quelle di Chuck Berry. Il suo nome più di quello di chiunque altro viene abbinato al nome del rock and roll. Ci ha lasciati nei giorni scorsi all’età di 90 anni. L’omaggio di Jailhouse Rock a un grandissimo della musica.

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Band penitenziarie PDF Stampa E-mail

I Prisonaires, stupratori, ladri e assassini, diventati famosi grazie al blues e al gospel. Erano in cinque, nella prigione di Nashville. Sono stati una banda di detenuti. Lo Zomba Prison Project, il cui disco è stato candidato nella categoria del miglior album di world music nel 2016. Un band dal carcere della città di Zomba, in Malawi. I Presi per caso, nati nel carcere romano di Rebibbia alla fine degli anni ’90. E poi, naturalmente, la Freedom Sounds, la grandissima band del carcere milanese di Bollate che da tanti anni collabora con Jailhouse Rock. Una puntata dedicata alle band penitenziarie, dove i nostri amici da Bollate ci hanno raccontato in prima persona cosa significa la musica dentro e fuori il carcere. E da oggi una nuova rubrica: il radioracconto del graphic novel “Antigone. 25 anni di storia italiana visti da dietro le sbarre” (edizioni Round Robin), realizzato a puntate dai detenuti del polo universitario del carcere di Torino.

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Jackson Browne PDF Stampa E-mail

Da sempre impegnato in una visione del mondo pacifista e ambientalista, nel settembre del 1981 prese parte alla grande manifestazione di protesta contro la centrale nucleare di Diablo Canyon che si tenne nella Contea di San Luis Obispo, in California. La protesta durò diversi giorni. Gli arresti superarono abbondantemente le mille unità. Anche lui finì in manette. Il 28 marzo del 1979 c’era stato il drammatico incidente nucleare di Three Mile Island. E certo in tanti non erano contenti di questo nuovo impianto. Anche nel mondo della musica. Dopo l’incidente di Three Mile Island un gruppo di musicisti aveva dato vita al Muse. L’acronimo significava Musicians United for Safe Energy. Jackson Browne era in prima linea nel Muse e nelle battaglie ambientaliste e antinucleari.

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Jackson Browne PDF Stampa E-mail

Da sempre impegnato in una visione del mondo pacifista e ambientalista, nel settembre del 1981 prese parte alla grande manifestazione di protesta contro la centrale nucleare di Diablo Canyon che si tenne nella Contea di San Luis Obispo, in California. La protesta durò diversi giorni. Gli arresti superarono abbondantemente le mille unità. Anche lui finì in manette. Il 28 marzo del 1979 c’era stato il drammatico incidente nucleare di Three Mile Island. E certo in tanti non erano contenti di questo nuovo impianto. Anche nel mondo della musica. Dopo l’incidente di Three Mile Island un gruppo di musicisti aveva dato vita al Muse. L’acronimo significava Musicians United for Safe Energy. Jackson Browne era in prima linea nel Muse e nelle battaglie ambientaliste e antinucleari.

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