Il grande batterista dei Topper Headon, cacciato dal gruppo a causa della sua tossicodipendenza ma dal gruppo sempre aiutato, nel 1986 finisce in carcere con l’accusa di spaccio di eroina, si fa quindici mesi alla prigione di Standford Hill, nel Kent. Senza di lui la qualità musicale dei Clash non sarebbe stata quella che è stata. È stato ospite della nostra trasmissione Beppe Battaglia, che ha raccontato la stagione delle rivolte penitenziarie vissuta in prima persona.
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Il nuovo album dei Radiodervish dal titolo Cuore meridiano è stato il filo conduttore di questa puntata dedicata al nostro pensiero per la prigione a cielo aperto di Gaza. Con noi Nabil, fondatore dei Radiodervish, ci ha parlato del disco e di molto altro. Oneg Ben Dror, dell’organizzazione Physiciens for Human Rights Israel, ci ha raccontato come vivono i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane.
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Comincia la quindicesima stagione di Jailhouse Rock! In questa puntata ripercorriamo l’estate carceraria per commentare con la musica e con la riflessione i vari, tristemente spesso tragici, accadimenti. Purtroppo salutiamo, con le voci di tante persone che lo hanno conosciuto durante il suo volontariato a Rebibbia e che lo hanno amato, il nostro amico Giorgio Poidomani, che ci ha lasciati lo scorso 19 agosto all’età di 90 anni. Ciao Giorgio, non ti scorderemo mai!
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Anche quest'anno in vista del 26 giugno, Giornata internazionale per le vittime di tortura, Jailhouse Rock vuole dedicare una puntata a questo tema, per ricordare come purtroppo la tortura sia qualcosa che ancora riguarda anche le democrazie più avanzate, come troppi eventi anche nelle carceri italiane purtroppo ci testimoniano. A parlare di questo ai nostri microfoni è stato l’ex Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale Mauro Palma, la costituzionalista Silvia Talini, l’avvocata Benedetta Perego. Carmelo Musumeci ha portato una sua esperienza diretta di violenza subita in carcere.
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Una puntata interamente dedicata alla Freedom Sounds, la band del carcere di Bollate che settimana dopo settimana ci propone le sue bellissime cover. In questa puntata brani inediti dei componenti del gruppo e il racconto live del concerto tenuto fuori dal carcere nelle scorse settimane.
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Il 27 agosto del 1979 l'ammiraglio britannico Lord Luis Mountbatten, ultimo Vicere' d'India, cugino della regina d'Inghilterra, salta in aria insieme alla sua barca. Sono i combattenti irlandesi dell'Ira a posizionare l'esplosivo. Lo stesso giorno in una cittadina della contea di Down due altre esplosioni uccidono 18 soldati inglesi. Quella sera sui muri di Belfast si inneggia a una rappresaglia per i morti della cosiddetta drammatica Bloody Sunday. Nel decennio '70 anche l'Italia viveva la lotta armata. E lungo tutto il decennio '70 lui fu idiotamente controllato e schedato. Le schedature partono dall'indomani della strage di piazza Fontana, nel dicembre del 1969, quando si parla di un “ligure, universitario a Milano, filo cinese, noto cantautore e contestatore”, e arrivano al 1979, quando il fascicolo dove sta il suo nome e' intitolato “Brigate Rosse, varie”. E' controllato e schedato in maniera del tutto illegale, è controllato e schedato da polizie, prefetture, questure che non avevano ascoltato le sue canzoni neanche una volta. Fabrizio De Andrè non è mai stato in un carcere dove si sconta una legittima pena. Quel 27 agosto del 1979, invece, e' stato rapito e portato assieme a Dori Ghezzi all’Hotel Supramonte.
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Per due volte incarcerato e per due volte liberato grazie alla sua musica. Un’impresa leggendaria. “Per favore, governatore Neff, sia buono e misericordioso, abbia pietà per la mia condanna, non vedo salvezza per la mia anima se non otterrò il perdono, mi metta alla prova, se avessi lei nelle mie mani come lei ha me, governatore Neff, mi alzerei al mattino e la lascerei libero”. E il governatore del Texas Pat Neff concesse la grazia al grande bluesman. Anni dopo, pare che lo stesso fece il governatore della Louisiana.
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Diego Armando Maradona era pazzo di lei e della sua musica. Diventeranno in seguito grandi amici. Quel giorno, quando lei andò a cantare nella sua città, il futuro ‘Pibe de Oro’ aveva circa diciotto anni e giocava nell’Argentinos Juniors. Ma il suo nome cominciava già a essere noto. Era il 1979. L’Argentina era in piena dittatura militare. Proprio quell’anno si tenevano i mondiali di calcio under 20 in Giappone. Maradona era sotto leva militare. Con la sua squadra di club aveva poche occasioni per giocare. Ma la nazionale era un’altra cosa. C’era sempre una licenza pronta per difendere l’onore della patria. Partì per il paese del Sol Levante e divenne campione del mondo. La grande arena dove si teneva il concerto della cantante era colma di gente. I biglietti sold out. Ma Diego non aveva alcuna intenzione di rinunciare. Tentò di forzare le recinzioni e di entrare. I poliziotti lo bloccarono. “Voi non sapete chi sono io!”, disse lui. Fu arrestato e trascorse la notte in cella.
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A partire dalla storia del pugile Hurricane, l’idea di giustizia nelle canzoni di Bob Dylan. Tante ne ascoltiamo insieme in questa puntata. Con noi a Jailhouse Rock è stato Alessandro Venticinque, autore della docu-serie “Memoria dimenticata” - un progetto di LaV comunicazione, casa di produzione della Diocesi di Alessandria, con la regia di Enzo Governale - che racconta la rivolta nel carcere Don Soria di Alessandria con il tragico epilogo a cinquant’anni di distanza.
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