Puntata saluti estivi PDF Stampa E-mail

Si chiude oggi la 13esima stagione radiofonica di Jailhouse Rock. In quest’ultima puntata prima della pausa estiva abbiamo ripercorso la storia di questi tredici anni insieme a raccontare storie di musica e di carcere e abbiamo ascoltato i saluti di tutti i collaboratori della trasmissione. Abbiamo inoltre ascoltato Sasà e il secondo secondino, ultimo singolo che la Banda POPolare dell’Emilia Rossa ha dedicato alle nove persone detenute che sono morte nelle circostanze della rivolta dell’8 marzo 2020 nel carcere di Modena. A risentirci il prossimo autunno con la 14esima stagione. Un pensiero per tutti coloro che trascorreranno l’estate in carcere!

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Joe Cocker PDF Stampa E-mail

Il 14 ottobre 1972 Joe Cocker è in tour in Australia. Viene arrestato alle dieci di mattina nella sua stanza d’albergo insieme a ben sei componenti della band con l’accusa di possesso di marijuana. La sera precedente avevano regolarmente suonato. Poche ore dopo viene rilasciato dietro il pagamento di una cauzione di mille dollari. Ma è invitato ad andarsene immediatamente dall’Australia. È persona non gradita. Lui resta. Deve ancora suonare. Le ore trascorrono. Tutti – polizia, governo, giornali, staff del cantante – fanno melina aspettando le mosse dell’avversario. Il ministro dell’Immigrazione spiega alla stampa che l’ordine di espulsione verrà eseguito con la forza. Il cantante costituisce un cattivo esempio per i giovani australiani. Il tempo passa, senza che tuttavia ciò accada. Crescono le proteste dei fan contro quello che viene indicato come un ingiusto provvedimento di deportazione. L’arresto di Joe Cocker si sta dimostrando controproducente per chi voleva stigmatizzare il suo comportamento immorale. Addirittura, si avvia il dibattito pubblico sulla legalizzazione della marijuana. A pochi giorni dal 26 giugno, Giornata internazionale per le vittime di tortura, è stato con noi Marco Mona, in passato presidente dell’Association pour la Prévention de la Torture (Apt), che ha lavorato alle più grandi conquiste internazionali in questo ambito.

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band Bollate - Freedom Sounds PDF Stampa E-mail

La Freedom Sounds, la grande band dei nostri amici collaboratori musicisti dal carcere di Bollate, che dal 2011 ci accompagna con le sue cover settimana dopo settimana qui a Jailhouse Rock, in una puntata interamente dedicata a lei e a questi anni passati insieme.

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Tina Turner PDF Stampa E-mail

La storia che abbiamo raccontato non riguarda la grande cantante che ci ha lasciati pochi giorni fa e che Jailhouse Rock ha omaggiato in questa puntata, bensì l’ex marito Ike Turner, che proprio quando Ike & Tina Turner vennero inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame si trovava nella prigione californiana di San Louis Obispo e non poté presenziare alla cerimonia. Insieme ad Alessio Scandurra, coordinatore dell’Osservatorio sulle carceri di Antigone, abbiamo raccontato quanto emerso dall’ultimo Rapporto pubblicato nelle scorse ore.

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Harry Belafonte PDF Stampa E-mail

Il 31 gennaio del 1985 Harry Belafonte, che ci ha lasciato nelle scorse settimane all’età di 96 anni, venne arrestato mentre manifestava contro il regime dell’apartheid di fronte all’ambasciata sudafricana a Washington. Il governo del Sud Africa lo aveva dichiarato persona non gradita fin dall’inizio degli anni ’60, da quando lui aveva cominciato ad aiutare esuli sudafricani. I giornalisti lo accusarono di essere un radical chic. Lui risposte che avrebbe avuto tante altre cose più belle da fare piuttosto che volare fino a lì, affrontare la pioggia, correre alla manifestazione e farsi arrestare. Con noi a Jailhouse Rock è stato Sir Oliver Skardy, in passato frontman dei Pitura Freska, autori di una cover in veneziano della Banana boat song portata al successo da Harry Belafonte.

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Mötley Crüe PDF Stampa E-mail

“Ho amato la prigione”, ha raccontato Tommy Lee, batterista della band heavy metal californiana dalle vendite stratosferiche, riferendosi ai quattro mesi trascorsi nel carcere di Los Angeles. “Pensavo che non dovevo fare interviste, non dovevo rispondere al telefono. Solo pace e silenzio totali”. Una pace e un silenzio non proprio frutto di una libera scelta. Entrato in prigione il 20 maggio 1998 per aver picchiato l’allora moglie Pamela Anderson, nella sua cella di circa cinque metri quadrati doveva necessariamente alloggiare da solo. Per questioni di sicurezza, non gli era permesso avere contatti ordinari con gli altri detenuti. Come aveva spiegato un addetto ai lavori, nessuno può picchiare una dea come Pamela senza che qualcuno cerchi di farlo fuori. “I suoi amici saranno gli scarafaggi”, aveva aggiunto. Con noi a Jailhouse Rock è stato l’avvocato Luigi Romano per raccontarci come sta andando il processo per tortura relativo a quanto accaduto nell’aprile 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.

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Dario Fo PDF Stampa E-mail

Il 9 novembre del 1973, meno di due mesi dopo il colpo di stato del generale Pinochet in Cile, il Collettivo teatrale “La Comune” era a Sassari con lo spettacolo dal titolo Guerra di popolo in Cile. Il ricavato degli incassi era devoluto alla resistenza cilena. Verso sera davanti al teatro si presenta la polizia, con caschi, manganelli e scudi di plastica. Dicono di voler organizzare il servizio d’ordine, ma in realtà vogliono provocatoriamente bloccare lo spettacolo. Era qualcosa che la compagnia di Dario Fo e Franca Rame aveva vissuto in molte altre città d’Italia.“Prendiamoci a braccetto, così li blocchiamo”, disse Dario Fo ai compagni. “Qui non entrate”, disse ai poliziotti. La barriera dei ragazzi a braccetto venne sgominata rapidamente a suon di manganelli. Lui venne caricato su una camionetta insieme ad altri compagni. L’accusa era quella di resistenza a pubblico ufficiale. Venne condotto al carcere di San Sebastiano. La mattina dopo per le vie di Sassari parte una mobilitazione spontanea. Sono in tanti, in tantissimi. Franca rame viene issata su una macchina e prende la parola. I ragazzi cantano e suonano. Alle ore 14 i cancelli del carcere si aprono. Dario Fo è libero. Il processo che lo vedrà assolto inizierà cinque anni dopo, sempre a Sassari, il 5 dicembre del 1978. La Sassari di Luigi Manconi, che è stato con noi in questa puntata di Jailhouse Rock per parlare di questo e di altro.

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Inti Illimani PDF Stampa E-mail

In questi giorni in tour in Italia con il loro “Agua World Tour 2023” insieme al cantautore toscano Giulio Wilson. Il gruppo che da quasi mezzo secolo ci racconta le sonorità dell’America Latina, grandi artisti che hanno preso parte al movimento musicale e culturale della Nueva canción chilena, nato in Cile negli anni ’60 del secolo scorso. L’11 settembre 1973, al momento del golpe militare, erano in tournée in Italia. Roma diventerà la loro prigione, terra di esilio. Con noi a Jailhouse Rock sono stati lo storico fondatore del gruppo Jorge Coulón e Giulio Wilson.

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Jefferson Airplane PDF Stampa E-mail

Il 21 agosto del 1972 i Jefferson Airplane suonarono al Rubber Bowl della città di Akron, in Ohio. Per non pagare i sei dollari del biglietto, in centinaia si erano appostati sulla collina sopra lo stadio. Quando scese la sera, dopo molto alcol e molte droghe, dalla collina cominciarono ad arrivare sassi, bottiglie, pietre conto i circa ottanta poliziotti posizionati intorno allo stadio per garantire la sicurezza. Una ventina di agenti rimase colpita. “È stata come una guerra”, dirà poi John Cunningham, capitano di polizia in pensione, al tempo tenente. “Abbiamo combattuto quasi tutta la notte”. Alla chiusura del concerto, nel tunnel sotto lo stadio, Grace Slick affrontò inferocita i poliziotti che avevano rotto il naso e arrestato il fratello del bassista Jack Casady. Fu arrestata anche lei insieme a Paul Kantner con l’accusa di aver aggredito gli agenti. “I membri dei Jefferson Airplane andavano in prigione relativamente spesso”, ha scritto Slick nella sua autobiografia, “ma mai per molto tempo. Gli avvocati si riunivano, la cauzione veniva pagata e noi ce ne andavamo, di solito entro 24 ore. A volte eravamo colpevoli, a volte no”.

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