band Bollate - Freedom Sounds PDF Stampa E-mail

La Freedom Sounds, la grande band dei nostri amici collaboratori musicisti dal carcere di Bollate, che dal 2011 ci accompagna con le sue cover settimana dopo settimana qui a Jailhouse Rock, in una puntata interamente dedicata a lei e a questi anni passati insieme.

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Tina Turner PDF Stampa E-mail

La storia che abbiamo raccontato non riguarda la grande cantante che ci ha lasciati pochi giorni fa e che Jailhouse Rock ha omaggiato in questa puntata, bensì l’ex marito Ike Turner, che proprio quando Ike & Tina Turner vennero inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame si trovava nella prigione californiana di San Louis Obispo e non poté presenziare alla cerimonia. Insieme ad Alessio Scandurra, coordinatore dell’Osservatorio sulle carceri di Antigone, abbiamo raccontato quanto emerso dall’ultimo Rapporto pubblicato nelle scorse ore.

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Harry Belafonte PDF Stampa E-mail

Il 31 gennaio del 1985 Harry Belafonte, che ci ha lasciato nelle scorse settimane all’età di 96 anni, venne arrestato mentre manifestava contro il regime dell’apartheid di fronte all’ambasciata sudafricana a Washington. Il governo del Sud Africa lo aveva dichiarato persona non gradita fin dall’inizio degli anni ’60, da quando lui aveva cominciato ad aiutare esuli sudafricani. I giornalisti lo accusarono di essere un radical chic. Lui risposte che avrebbe avuto tante altre cose più belle da fare piuttosto che volare fino a lì, affrontare la pioggia, correre alla manifestazione e farsi arrestare. Con noi a Jailhouse Rock è stato Sir Oliver Skardy, in passato frontman dei Pitura Freska, autori di una cover in veneziano della Banana boat song portata al successo da Harry Belafonte.

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Mötley Crüe PDF Stampa E-mail

“Ho amato la prigione”, ha raccontato Tommy Lee, batterista della band heavy metal californiana dalle vendite stratosferiche, riferendosi ai quattro mesi trascorsi nel carcere di Los Angeles. “Pensavo che non dovevo fare interviste, non dovevo rispondere al telefono. Solo pace e silenzio totali”. Una pace e un silenzio non proprio frutto di una libera scelta. Entrato in prigione il 20 maggio 1998 per aver picchiato l’allora moglie Pamela Anderson, nella sua cella di circa cinque metri quadrati doveva necessariamente alloggiare da solo. Per questioni di sicurezza, non gli era permesso avere contatti ordinari con gli altri detenuti. Come aveva spiegato un addetto ai lavori, nessuno può picchiare una dea come Pamela senza che qualcuno cerchi di farlo fuori. “I suoi amici saranno gli scarafaggi”, aveva aggiunto. Con noi a Jailhouse Rock è stato l’avvocato Luigi Romano per raccontarci come sta andando il processo per tortura relativo a quanto accaduto nell’aprile 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.

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Dario Fo PDF Stampa E-mail

Il 9 novembre del 1973, meno di due mesi dopo il colpo di stato del generale Pinochet in Cile, il Collettivo teatrale “La Comune” era a Sassari con lo spettacolo dal titolo Guerra di popolo in Cile. Il ricavato degli incassi era devoluto alla resistenza cilena. Verso sera davanti al teatro si presenta la polizia, con caschi, manganelli e scudi di plastica. Dicono di voler organizzare il servizio d’ordine, ma in realtà vogliono provocatoriamente bloccare lo spettacolo. Era qualcosa che la compagnia di Dario Fo e Franca Rame aveva vissuto in molte altre città d’Italia.“Prendiamoci a braccetto, così li blocchiamo”, disse Dario Fo ai compagni. “Qui non entrate”, disse ai poliziotti. La barriera dei ragazzi a braccetto venne sgominata rapidamente a suon di manganelli. Lui venne caricato su una camionetta insieme ad altri compagni. L’accusa era quella di resistenza a pubblico ufficiale. Venne condotto al carcere di San Sebastiano. La mattina dopo per le vie di Sassari parte una mobilitazione spontanea. Sono in tanti, in tantissimi. Franca rame viene issata su una macchina e prende la parola. I ragazzi cantano e suonano. Alle ore 14 i cancelli del carcere si aprono. Dario Fo è libero. Il processo che lo vedrà assolto inizierà cinque anni dopo, sempre a Sassari, il 5 dicembre del 1978. La Sassari di Luigi Manconi, che è stato con noi in questa puntata di Jailhouse Rock per parlare di questo e di altro.

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Inti Illimani PDF Stampa E-mail

In questi giorni in tour in Italia con il loro “Agua World Tour 2023” insieme al cantautore toscano Giulio Wilson. Il gruppo che da quasi mezzo secolo ci racconta le sonorità dell’America Latina, grandi artisti che hanno preso parte al movimento musicale e culturale della Nueva canción chilena, nato in Cile negli anni ’60 del secolo scorso. L’11 settembre 1973, al momento del golpe militare, erano in tournée in Italia. Roma diventerà la loro prigione, terra di esilio. Con noi a Jailhouse Rock sono stati lo storico fondatore del gruppo Jorge Coulón e Giulio Wilson.

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Jefferson Airplane PDF Stampa E-mail

Il 21 agosto del 1972 i Jefferson Airplane suonarono al Rubber Bowl della città di Akron, in Ohio. Per non pagare i sei dollari del biglietto, in centinaia si erano appostati sulla collina sopra lo stadio. Quando scese la sera, dopo molto alcol e molte droghe, dalla collina cominciarono ad arrivare sassi, bottiglie, pietre conto i circa ottanta poliziotti posizionati intorno allo stadio per garantire la sicurezza. Una ventina di agenti rimase colpita. “È stata come una guerra”, dirà poi John Cunningham, capitano di polizia in pensione, al tempo tenente. “Abbiamo combattuto quasi tutta la notte”. Alla chiusura del concerto, nel tunnel sotto lo stadio, Grace Slick affrontò inferocita i poliziotti che avevano rotto il naso e arrestato il fratello del bassista Jack Casady. Fu arrestata anche lei insieme a Paul Kantner con l’accusa di aver aggredito gli agenti. “I membri dei Jefferson Airplane andavano in prigione relativamente spesso”, ha scritto Slick nella sua autobiografia, “ma mai per molto tempo. Gli avvocati si riunivano, la cauzione veniva pagata e noi ce ne andavamo, di solito entro 24 ore. A volte eravamo colpevoli, a volte no”.

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Canti della Resistenza PDF Stampa E-mail

Insieme per festeggiare il 25 aprile e l’antifascismo. Con noi a Jailhouse Rock è stata Gioia Turchi, figlia di Emma e Giulio, comunisti perseguitati dal regime.

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Stone Roses PDF Stampa E-mail

Nel 1987 gli Stone Roses avevano pubblicato il secondo singolo con la FM Revolver. Il primo risaliva a un paio di anni addietro. Passano altri due anni e arriva il primo dei due album in studio mai pubblicati dal gruppo, che aveva come titolo semplicemente il nome della band. Il disco esce per la Silvertone Records. L’album va piuttosto bene. Qualche singolo da esso estratto si fa strada in classifica. La FM Revolver si fa due conti e pensa che ripubblicare la canzone che il gruppo aveva inciso con questa etichetta nell’87 possa essere una buona idea. Fino a qui non c’era niente di sbagliato. Ma quello che davvero non riuscirono a tollerare fu il video. Sì, perché la FM Revolver pensò bene di ripubblicare due anni dopo quella canzone assieme a un video del quale loro non avevano saputo nulla e sul quale non c’era stato alcun consenso. E allora Ian Brown, John Squire, Reni e Mani presero i secchi di vernice e imbrattarono l’intero ufficio della FM Revolver. I quattro vennero arrestati e condannati a pagare varie migliaia di sterline ciascuno. Con Roberta Cossia, magistrato di sorveglianza a Milano, in questa puntata di Jailhouse Rock abbiamo ragionato sul ruolo della magistratura di sorveglianza nel carcere attuale.

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